Disperato e delicato come solo i giapponesi sanno essere.
L'arte, la distruzione e la decadenza di un mondo a metà, la tradizione e i poeti maledetti letti a Tokio nel dopoguerra.
Ma è l'anelare alla morte procurata come l''arrotolarsi delle spire di un serpente per l'incapacità di vivere il cambiamento, per la lotta tra l'onore e la vita la cui risoluzione può essere solo la decadenza: "fare il decadente era l'unico modo di sopravviversi".
Un"dettaglio"abbastanza importante, non esiste una traduzione diretta dal giapponese di questo libro, però ci ha pensato uno a caso a tradurlo dall'inglese per Feltrinelli: Luciano Bianciardi, una bella sorpresa vederlo destreggiarsi tra ribellioni elementarmente sovversive :
- Io ce l'ho un posto dove andare
- E dove andrai? Da un amante?
- No, farò la rivoluzionaria.
E madri pallide che preferiscono i fiori estivi.
Niente è assimilato e ponderato, i personaggi sono sballottati come sballottato è il Giappone perdente nel post conflitto.
Un libro veloce, delicato ed intenso, dove il mal di vivere è mitigato da una serenità ineluttabile di fondo e dai profumi dei fiori di stagione dei giardini nipponici.
Il sole si spegne
Di Osamu Dazai
Feltrinelli, 2009
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