mercoledì 7 gennaio 2009

Io comincio a far poesie quando la partita è perduta

Cesare Pavese e la sua vita, ma non quella raccontata, quella del confino e della gloria, non la vita dell'intellettuale, del Genio ma,
la vita di Cesare-Uomo, prestato alla scrittura, regalato ad eternare l'umanità e la natura, generosamente narratore, grazie ai Numi Poeta, professione: vivente.
Sono paradossalmente contenta di aver letto questo libro tardi, l'ho letto, non da solo, alternato ad altro perché l'enormità della sua essenza andava centellinata e disciolta, (quando stai male prendi la medicina ad intervalli regolari, sarebbe da idioti consumare la boccetta tutta assieme, non sortirebbe alcun effetto), ho vinto la mia naturale bulimia lettoria per poter godere di ogni singola parola.
Del mal d'amore si sa, è così universalmente comprensibile, fatto salvo per una più o meno frustrata misoginia, più una difesa che realtà a quanto sembra, ma è l'entrare nel vivo del procedere della scrittura, delle sue ellissi, partecipare all'archè e all'evoluzione di quei romanzi, di quelle poesie, che tanto si è costretti ad amare una volta scoperti, sviscerarne il background, capirne le storie e la Storia è un modo sicuro per non poterne più a fare a meno.
Mi sono persa in un pozzo di cultura, a partire dalle teorizzazioni sul mito, nei grandi temi della letteratura, nella poetica e nelle scelte non solo estetiche, ora so cos'è il Simbolo e i suoi perché.
Ma quel che più conta è l'essere entrata a contatto con l'anima e le sue vicende, il disagio di vivere, di Essere, l'Amore e la Morte, mi sono bevuta ogni singola pillola di vita confrontandola con ciò che mi è noto e crudamente riconoscendomi in essa.
E quella fine, così ineluttabile, razionale, eticamente giustificata, il dolore che si prova nel leggere in data 18 agosto 1950
"Non parole.Un gesto.Non scriverò più".
La vera morte del poeta è questa, smettere di esistere nella scrittura immanente conscio (o no?) di essere eternato dalle sue stesse parole .

Il mestiere di vivere
Diario 1935-1950
Di Cesare Pavese, Marziano Guglielminetti (Curatore), Laura Nay (Curatore)
Einaudi ET, 2000

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