C'era un uomo che le antologie italiane, ma solo le migliori, citano e basta.
C'era uno scrittore che in America cenava con Wiliams ed Henriette Monroe, poteva permettersi di snobbare Lee Masters ma faceva il lavapiatti.
In pochi sanno che è esistito e a Clementi va il merito di averlo resuscitato.
Emanuel Carnevali, il cantore delle camere ammobiliate, il poeta delle donne di scorta, il dio delle strade dell'American dream.
Fare un commento unitario a questo libro è pressocchè impossibile anche perchè già di per se è diviso in più parti.
Il romanzo "il primo dio" è un viaggio agli inferi ma il Carnevali, che all'inizio ci fa da Virgilio perde a poco a poco la sua dimensione di guida per diventare esso stesso anima dannata che racconta.
Anche la scrittura cambia, dalle frasi brevi e frammentate della prima parte si passa, mano a mano che aumenta l'età anagrafica ad una maggiore articolazione dello stile.
E la malattia, quest'insondabile stato che in qualche modo gli appartiene come stato d'animo più che come stato fisico e l'abbandono...
"Io sono un poeta, io sono dio", questo il leitmotiv della sua vita, perchè poeta lo era Em, e non aveva vergogna di dirlo per falsa modestia; se ne gonfiava il petto per poi urlarlo alle sponde dei fiumi delle sue città adottive, e la sua poesia era quello che lo divinizzava, senza non avrebbe potuto "essere".
Nelle sue poesie, raccolte nella seconda parte, c'è tutta la forza delle radici di un apolide.
Un mix tra gli americani suoi contemporanei e gli amati francesi pensati da un Italiano.
Nella descrizione dei luoghi parla di tutti ma nessuno a cui appartenere, l'America che è nota da sempre e un'Italia mai vista.
E poi c'è il critico letterario, lucido nella sua delirante prosa, non teme neanche i mostri sacri Emanuel e demolisce in modo totale e spregiudicato Pound oppure è capace di infinita stima e ammirazione come nel caso di Rimbaud.
Quella che rimane è la sensazione di avere tra le mani un piccolo capolavoro ma in nuce, una personalità fuori dagli schemi, la sensazione di un cerino che si è consumato troppo in fretta, prima di riuscire ad accendere la candela.
Il primo Dio
Il primo Dio - Poesie scelte - Racconti e scritti critici
Di Emanuel Carnevali, Maria Pia Carnevali (Curatore), Luigi Ballerini (Collaboratore)
Adelphi (Biblioteca, 81, 1978
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