Come iniziare.
L'inizio, il principio l'archè non è naturale, è sempre frutto di un trauma; un processo, un qualsiasi processo per poter divenire liberamente ha la necessità di accadere.
E come accadere se il demiurgo si ritrova nel mare magnum che aveva sempre aborrito (per la paura d'annegare mascherata da snobismo) della moltitudine di pagine di qualità più o meno alta che sono i blog?
Lo scopriremo solo scrivendo e ancora si necessita di un inizio.
Poi c'era una volta la Necessità.
Ovvio, non c'è la Necessità, in un big bang ci sono solo i principi primi e le cause accidenti e accidentalmente la decisione di tuffarsi è un inizio; un tuffo senza necessita, s'intende.
Si rischia però, necessariamente, di arrotolare lo spaghetto chiamato Necessità per ore ed ore in una forchetta fatta di luoghi comuni prima di poterla assaggiare e di dire che è un po' scotta.
Quindi, arrivando alla conclusione che l'atto di pubblica scrittura non è affatto necessario, superfluo è anche chiedersi perché non lo sia.
Accade e basta, come nel più canonico degli incidenti, non c'è intenzionalità nell'avvenimento, gli dei sonnecchiano da un po'.
Eppure non è proprio così, neanche la questione divina può essere archiviata, per principio.
E la questione di principio è sempre il Verbo, da V a V, (Vangeli e Veda, chiariamo)la Parola che è intenzionale perché modellabile, flessibile, utilizzabile.
Il problema sta nell'inizio e nella fine di questa intenzionalità, forse occorrerebbe un'opera di canalizzazione, ma questa dovrebbe essere svolta in funzione di qualcosa, un Manifesto Intellettuale fungerebbe all'abbisogna.
Essendo però, lo spirito di questo demiurgo un tantinello anarchico e, ahimè, non avendo proprio nulla da manifestare se non lo sconcerto di questi tristi tempi bui, come farebbe (e meglio!) qualsiasi pensionato che gioca a carte nella bettola sotto casa, ci si limiterà a manifestare i limiti dell'homo scribens .
Ma per questo non servono manifesti, basta solo leggersi attorno.
Poi c'è chi attorno non ci si legge e allora che almeno ci si legga indietro chissà che a qualcosa si arrivi, non foss'altro che la nostalgia di un'epoca bene-scrivente.
E come in ogni creazione che si rispetti, come in ogni big bang, c'è un gran casino e molto fumo, nebulose su nebulose, come nebuloso è qui adesso.
L'importante è l'arché mi pare
il resto sono solo questioni di principio.
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