martedì 16 marzo 2010

A volte, un pianoforte in mezzo a una piazza ha più senso che altro. (Milano)

Bianco abbagliante quando c'è il sole ché si può distinguere anche il marmo rosa e grigio di quella cattedrale gotica che chiamano Duomo per comodità.
La giapponese. Immobile con espressione cattiva come se con la foto il consorte (deve esserlo per forza: stesso viaggio, stesso destino)potesse portare via tutto il sole, che si sa, a Milano è raro.
Non si passa in piazza Duomo in mezzo alla folla, fa troppo turista anche se un piano suona Einaudi, non da solo, s'intende.
Il pianista ha un cappello e credo sia questa la novità.
La folla è brughiera ma non è tempo di romanticismo decadente a Milano, oggi l'andare è quello del sole timido, dello struscio, delle macchine fotografiche e dei marsupi, il tempo è quello dei turisti in fila per due e delle foto alla madonnina.
Una tristezza che quasi si piange anche se c'è il sole, oggi, a Milano, e col sole non si deve piangere perché tutto è chiaro, perché il vento ha fatto diventare il cielo azzurro e si distinguono così, le lacrime anziche mischiarsi nel cliché della pioggia.
Non ci sono neanche alberi ai quali appendere l'anima stufa come la pancia di Sant'Andrea, non si può liberarsene nemmeno un po' e di alberi, nella brughiera, non se ne vedono poi così spesso.
Il pianista ha cambiato pezzo e in due l'hanno anche applaudito.
Poi c'è radioitaliasolomusicaitaliana col suo jingle fastidioso, viene dall'africano a fianco a me o dalla sua radiolina, non gli piace Einaudi evidentemente e gli preferisce qualcun altro perché il sole non si è portato via i piccioni nè i bambini, ma i bambini a Milano non rincorrono i piccioni, li confondono con la piazza.
Il tempo è un signore distratto, oggi, a Milano e non prende l'aperitivo in galleria, il tempo è fermo accanto al pianista e ha una felpa bianca col cappuccio.
Mi guarda scrivere contento di passare osservato prima che anche io passi, ma alla prosa.
Milano non è questa, Milano non sta qui.
Questa è solo la neve, sul Duomo una volta che si gira la palla di vetro.

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